LA CAPPELLA GRECA

La Cappella Greca è il settore più importante e suggestivo: una volta usciti dal criptoportico e camminando fino alla fine di uno stretto e basso cunicolo, si raggiunge una larga camera con volta a botte interamente dipinta di scene bibliche, in uno stile che dimostra la grande ricercatezza formale e la grande cultura di chi la fece dipingere; non si tratta di una chiesa, bensì di un vero mausoleo ipogeo, con banconi in muratura lungo il perimetro, per far sedere gli ospiti in occasione del refrigerium cioè del banchetto rituale che si svolgeva in ricordo dei defunti.
Sull'arcosolio centrale, in campo rosso è raffigurato un banchetto che gli studiosi hanno intitolato "Fractio Panis" o "Eucarestia": ad un triclinio semicircolare, dove sono serviti pane e pesce sono seduti sette personaggi tra cui un giovane uomo che spezza il pane e una donna velata.
Vi sono poi raffigurati i seguenti episodi, tratti dall'Antico Testamento: Mosé che fa scaturire l'acqua dalla roccia battendovi sopra con la verga; i tre giovani nella fornace, descritti dal Profeta Daniele, soggetto che ricorre anche nel cubicolo della "Velatio"; Susanna insediata dai malvagi anziani che la accusano.
A destra, la Fenice, animale che la mitologia dice capace di rinascere dalle sue ceneri, insieme alla palma; in greco la palma e la fenice hanno la stessa denominazione "foinix".
Vicino alla Fenice erano rappresentate le figure delle quattro stagioni, di cui è rimasta solo la testa dell'estate;per i cristiani, esse erano simbolo della resurrezione, perché ciascuna stagione si sviluppa alla fine, alla morte della precedente.
Sull'arcosolio è rappresentata l'adorazione dei Magi, come secondo il Vangelo di Matteo, mentre dall'altra parte è rappresentata la resurrezione di Lazzaro. Nella zona inferiore dell'arco vediamo anche Noè nell'arca. A sinistra della scena del banchetto è raffigurato il sacrificio di Isacco, a destra quello del Profeta Daniele tra i leoni mentre a destra c'è quello di Daniele tra i leoni nelle prigioni di Babilonia. Infine vi sono le due iscrizioni in greco che hanno dato il nome alla cappella: OBRIMOS PALLADIO/ GLYKYTATO ANEPSIO SYNSKOLASTE MNEMES KARIN (Obrimo al dolcissimo cugino e condiscepolo Palladio, di buona memoria) e OBRIMOS NESTORIANE/ MAKARIA GLYKYTATE/ SIMBIO MNEMES KARIN (Obrimo alla dolcissima moglie Nestoriana, di buona memoria).